sabato 5 maggio 2018

Ci aggiorniamo?

Qualche settimana fa, non ricordo qual era il motivo, mi sono sentito dire: "Io gli aggiornamenti (dello smartphone) non li faccio mai". Mi è caduta la mascella, anche perché la persona in questione gode della mia stima, per cui non mi aspettavo un'affermazione così assurda. Però poi, com'è mio solito, questo mi ha fatto riflettere alla ricerca delle possibili motivazioni di una tale posizione.

Per poterci capire, è necessaria un po' di nomenclatura, anche perché in questo caso si usano termini inglesi.
La parola italiana aggiornamento, riferita a programmi, app, firmware o sistemi operativi (quindi: qualsiasi tipo di software), viene usata in corrispondenza a due parole inglesi: update e upgrade. La differenza di significato tra le due parole, semplificando un po' tutta la questione, sta nel tipo di aggiornamento: update si riferisce alle minor release, upgrade alle major release. Release viene spesso tradotta con versione, ma l'accezione del termine inglese è migliore, nel senso che fa riferimento al processo di sviluppo del software che, ad un certo punto, permette il rilascio al pubblico (o ai clienti) di una versione, appunto, pronta per l'uso. Ciò che è diverso è il tipo di aggiornamento: con la minor release (spesso identificata numericamente dopo la major release) si fanno aggiustamenti di problemi o qualche piccola miglioria nell'usabilità; la major release comporta significative novità, spesso con l'aggiunta di nuove funzionalità o la revisione più o meno completa di quelle esistenti.
Per fare un esempio pratico: quando dopo il nome del software c'è una versione come 4.13, il 4 è la major release e il 13 la minor; un update porterà alla versione 4.14, un upgrade alla 5.0. Purtroppo non c'è uno standard ed ogni produttore di software utilizza il suo sistema di numerazione, spesso rispondente più a logiche commerciali che tecniche; ma in qualche maniera si ritorna sempre ai due concetti appena esposti.

Torniamo al tema principale, che è: ma gli aggiornamenti vanno fatti? A questa domanda posso rispondere solo in un modo:
SI!
ed il motivo è semplice: gli aggiornamenti risolvono problemi, più o meno gravi, magari invisibili ai più ma sfruttabili dai malintenzionati o che potrebbero causare perdite di dati. Infatti gli aggiornamenti dei software sono considerati uno dei capisaldi per la sicurezza informatica.
Tuttavia un po' di attenzioni da prestare ci sono.

Minor release
Sono i più frequenti; anche qui, non esistono standard, ognuno fa come gli pare, però possiamo dire che ce ne sono diversi all'anno. Contenendo risoluzioni di problemi, sono importantissimi; tuttavia, una buona norma che suggerisco è di aspettare qualche giorno da quando escono, perché purtroppo capita troppo spesso che siano essi stessi affetti da problemi, e l'attesa permette agli addetti ai lavori di accorgersene e di rimediare.
Normalmente questo tipo di aggiornamenti impiegano poco tempo ad applicarsi e magari nemmeno richiedono il riavvio, ma ci sono notevolissime eccezioni, per cui anche piccoli aggiornamenti richiedono tempi esagerati (chiedere a Microsoft...).

Major release
Contenendo grosse novità, sono aggiornamenti grandi e poco frequenti; diciamo una volta l'anno (o anche meno). Comportano tempi abbastanza lunghi, almeno rispetto alle minor release: per i sistemi operativi, anche una o due ore, quindi è bene pianificare bene quando farli per non bloccare attività. Ma il consiglio principale è di evitare la primissima versione (quella spesso identificata come X.0), e di aspettare direttamente almeno la seconda (X.1), perché anche se approfonditamente testate (cosa non più così vera, purtroppo), contengono sempre problemi di gioventù, che vengono appunto risolti rapidamente ed inclusi nelle prime minor release.
Comunque sia, gli upgrade non sono, in generale, obbligatori: anzi, spesso sono deleteri se introducono problemi di compatibilità o utilizzo eccessivo di risorse hardware, quindi consiglio di valutarli volta per volta. Occhio ai software commerciali: l'upgrade potrebbe non essere incluso nella licenza, o in caso di abbonamento, è necessario averlo attivo.

Backup
Paura da aggiornamento? No, non è giustificata, ma nemmeno così campata per aria; per cui avere un modo di poter tornare indietro, se qualcosa va storto, non è per niente sbagliato. Alcuni sistemi operativi (Windows) hanno meccanismi interni; per altri casi esistono meccanismi esterni; in altri casi ancora (smartphone), non ne conosco. In ogni caso, i tempi complessivi dell'operazione si allungano, ma ritengo sia un investimento conveniente. Non è possibile trattare il tema in questo stesso post, lo farò prossimamente.

Consigli finali

  1. Impostate la notifica automatica della disponibilità degli aggiornamenti, non l'installazione automatica: così potete pianificare quando farli, nel momento più comodo a voi.
  2. Sia che facciate o no i backup dei software prima degli aggiornamenti, abbiate sempre un'alternativa se qualcosa va storto, il che significa un altro computer o un altro smartphone per le attività urgenti.
  3. Non rimandate troppo per pigrizia, che poi il ritardo si paga...
  4. Non sapete che pesci prendere? Chiedete consiglio o aiuto a qualcuno che ne capisce!
E il backup dei dati? No, non c'entra niente. Quello va fatto sempre. Comunque. A prescindere.

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