sabato 16 settembre 2017

Proteggiamo i nostri dati: la cifratura

Ogni storia di spionaggio che si rispetti prevede che i protagonisti si scambino messaggi attraverso codici, intellegibili solo agli interessati. Il caso più famoso, anche perché venuto alla ribalta in tempi relativamente recenti, riguarda Enigma, cioè la macchina utilizzata dalla marina militare tedesca durante la seconda guerra mondiale, e lo sforzo intellettuale e tecnico degli inglesi per decifrare i messaggi.

Forse non tutti sanno che il risultato di questo sforzo fu quello che viene considerato il primo computer della storia. Dal che si deduce che il computer è nato proprio per questa funzione: cifrare e decifrare.

Mantenere segrete informazioni era una volta prerogativa delle questioni militari e politiche ; poi sono arrivate le questioni economiche; ed ai tempi di internet la cosa può, anzi deve, riguardare tutti noi (inclusa, ahimé, la questione dei ransomware!). In definitiva, tutto si riduce a questo: un soggetto interessato a sapere cosa fa un altro soggetto, perché sapendolo ne ricava un qualche vantaggio. Concentrandosi solo sul caso di noi utenti digitali, il soggetto interessato è chiunque voglia utilizzare i nostri dati personali a fini commerciali: lo abbiamo ribadito più volte. Le leggi sulla privacy ci tutelano solo fino ad un certo punto (per usare un eufemismo...), e comunque per usufruire dei servizi internet, siamo costretti a fornire tutta una serie di dati (di cui al 90% non siamo nemmeno consapevoli); ma tutto ciò è inevitabile. Tuttavia ci sono altri dati che non siamo costretti a divulgare (per fortuna), e che dall'altra parte sono oggetto della infinita "curiosità" della rete. Qualche esempio? Gli estratti conto del nostro conto corrente bancario (che contengono dati sensibilissimi: il nostro saldo, o al contrario il nostro debito; l'ammontare delle nostre entrate e la distribuzione delle nostre uscite). Oppure le nostre foto private (che nel caso delle celebrità, finiscono immancabilmente per essere pubblicate). Ma per tutti questi casi, basta ricorrere alla cifratura "fai da te".

Cifrare i propri file non è operazione difficile: esistono diversi modi e molti programmi a disposizione tra cui scegliere. Però è necessario capire bene alcuni concetti fondamentali.
  1. Il dato cifrato è illeggibile a chiunque, compreso il proprietario del dato.
  2. La cifratura però è reversibile, cioè dal dato cifrato si può tornare all'originale.
  3. Perché la reversibilità sia possibile solo al legittimo proprietario del dato, si deve utilizzare una chiave che per definizione deve essere in possesso solo del proprietario.

In pratica: qualsiasi metodo utilizziamo per cifrare i nostri dati, dobbiamo scegliere una chiave che sia conosciuta esclusivamente da noi. Questo perché chiunque sia in possesso di quella chiave, è in grado di decifrare i dati. Normalmente la chiave è una parola (cioè una password), ma in realtà può anche essere il contenuto di un file. Badate bene: in quest'ultimo caso, il file può anche essere pubblico; ma poiché al mondo esistono miliardi di miliardi di file diversi, la vera informazione da tenere riservata è quale sia questo file. Va da sé che perdere o anche solo modificare il file comporta l'impossibilità di decifrare i dati...

I programmi di cifratura usano 2 modalità principali: o cifrano il singolo file (il che corrisponde anche a poter differenziare la chiave per ogni file da cifrare), oppure fare un unico contenitore dove mettere tutti i file che vogliamo (in questo caso basta una sola chiave). Personalmente preferisco la seconda modalità.

Qualcuno potrebbe chiedersi (o chiedermi): ma a che scopo tutta 'sta fatica? Beh, l'utilizzo principale che io vedo è quello di poter utilizzare con tranquillità i servizi cloud: anche se qualcuno riuscisse a evitare tutti i controlli ed ad accedere alla mia area privata (ricordate che il cloud altro non è che il computer di qualcun altro), dovrebbe ancora trovare il modo di decifrare i dati. Oppure, in caso di computer condiviso, si evita di lasciare leggibili i nostri dati a tutti gli altri utilizzatori. Non serve essere spie o malviventi per proteggere i nostri dati!

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