giovedì 11 gennaio 2018

Batterie, processori, prestazioni e sospetti

Prima delle vacanze natalizie c'è stato lo "scandalo" Apple: gli aggiornamenti di iOS usciti in concomitanza dell'inizio delle vendite dei nuovi iPhone rallentavano le app per via della degradazione delle prestazioni delle batterie più vecchie di un anno. La spiegazione tecnica fornita, in realtà, sembrava avere senso, certo i tempi erano assolutamente sospetti, infatti alla fine si sono scusati, forse vittime oltre le loro effettive colpe. Comunque sia il tema dell'obsolescenza programmata non è una novità... diciamo che per certi versi è prassi comune.

Mi riferisco in particolare al malcostume dello sviluppo dei sistemi operativi e delle applicazioni: inserimento di funzionalità tendenti all'inutile, insieme ad un appesantimento generale delle risorse, supporto al vecchio hardware eliminato ad arte... conviene a tutti. E anche il sospetto che certe tecniche di programmazione moderne, insieme ai linguaggi di programmazione più recenti, vadano proprio nel senso di non-ottimizzazione per alzare i requisiti di prestazione dell'hardware. I primi programmatori, complici anche schede di memoria grosse come quadri e costose come un Picasso, centellinavano i bit... oggi si usano 64 bit (8 byte) anche per i valori booleani (cioè: vero e falso), perché le memorie costano poco ed i programmatori pure!

Ora (inizio del 2018) è il momento dei processori, con delle falle nella progettazione che potenzialmente (per fortuna al momento non si conoscono casi effettivi di sfruttamento) possono causare danni catastrofici. In pratica, ciò che per decenni abbiamo considerato come ipersicuro, e quindi posto privilegiato dove salvare le informazioni più sensibili, ora si è scoperto essere accessibile anche dai livelli di sicurezza più bassi... Per fare una similitudine, pensate ai caveau di una banca: porte spesse un metro, guardie armate, chiavi multiple, etc, e poi si scopre che c'è la porticina senza chiave da cui entra il personale delle pulizie. In ogni caso, poiché cambiare tutti i processori degli ultimi 10 anni non è possibile, si ricorre a soluzioni software, perfettamente funzionanti (si spera!) ma che causano degradazione delle prestazioni. Proprio come le batterie di Apple. E siccome a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina... non è che questa situazione (sicuramente involontaria, e per certi versi gestita correttamente) non venga sfruttata per introdurre un altro tassello nell'ottica obsolescenza programmata???

Ribadisco, non sto dicendo che il tutto è stato fatto ad arte: il dubbio che mi viene è che qualcuno sfrutti la situazione per indurre i consumatori (che non siamo solo noi, possono essere anche grandi multinazionali) ad acquisti altrimenti rimandabili. Personalmente ritengo che il calo di prestazione fin qui prospettato dai primi risultati dei test siano accettabili per la stragrande maggioranza dei casi; e dove non arrivasse la pazienza, dovrebbe sopperire il buon senso: meglio un po' di tempo in più per aprire la porta che trovarsi il caveau vuoto!

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