martedì 14 gennaio 2020

Ricerche su Android, arriva la "libera scelta"

Forse non tutti sanno che circa un anno e mezzo fa Google è stata multata (oltre 4 miliardi di euro) dall'Antitrust europeo per "abuso di posizione dominante" in relazione al fatto che gli smartphone con Android usano Google come motore di ricerca predefinito; cioè, se io voglio usare un altro motore di ricerca, devo cercarmelo o scaricare l'app. In realtà, considerando che Android è un prodotto di Google, non è particolarmente sorprendente, tuttavia esistono delle leggi proprio per evitare che situazioni del genere diventino normali.
A questo punto temo che i più, leggendo ciò, abbiano pensato: "Ah perché, esistono altri modi per fare ricerche su internet?", il che la dice lunga sul perché Google detenga una quota di mercato del 95% tra i motori di ricerca...
Comunque sia, a seguito della multa (che, per quanto sembri alta, sono comunque bruscolini), Google ha acconsentito a fare in modo (in Europa, e dal 1 marzo) che il motore di ricerca predefinito venga scelto al momento della prima accensione di uno smartphone nuovo.

Evviva? Insomma...
La prima considerazione da fare è che evitando Google come motore di ricerca, non evitiamo tutti gli altri modi in cui veniamo tracciati in ogni nostra attività sullo smartphone; quindi in termini di privacy ci guadagnamo poco. L'unico vero vantaggio è che evitiamo che l'ordine nel quale appaiono i risultati, sulla base delle tracciature di cui sopra, sia "personalizzato" (da non confondere con gli annunci sponsorizzati, che spesso precedono i risultati veri e propri, e che comunque sono presenti anche negli altri motori).
Questa considerazione ne porta un'altra: chi volesse veramente evitare di farsi tracciare, non deve avere uno smartphone. L'unica alternativa ad Android è l'iPhone, che però è più costoso degli smartphone Android, e comunque le app più comuni sono di loro delle vere spione. Se poi consideriamo che il motore di ricerca predefinito di Apple è Google (che paga, per rimanerlo...), allora il quadro è completo.

In merito ai motori di ricerca tra cui scegliere, essi saranno Google (ma dai?) più altri 3, di cui due sempre uguali ed uno variabile per paese. Sapete come è stata fatta la scelta? Semplice: con un'asta. Chi paga di più, compare (pare che l'asta sarà ripetuta ogni 4 mesi); e le casse di Alphabet (la holding a cui appartiene Google) continueranno a riempirsi in ogni caso.


Se a qualcuno finalmente viene l'orticaria a scoprire queste cose, e prova a chiedersi se usare un altro motore di ricerca è ugualmente efficace, beh, la risposta non può essere un o un no. Chi è abituato, con Google, a non andare mai nei risultati dalla seconda pagina in poi, probabilmente non noterà nessuna differenza significativa; ma se invece capita che vada oltre la prima pagina, allora bisogna riconoscere che la qualità (intesa come numero di risultati e pertinenza) di Google è, al momento, imbattibile.

Consigli? Provare, solo così ci si potrà rendere conto che alternative esistono e magari sono valide. Personalmente, dei 3 motori di ricerca che verranno proposti in Italia ne ho provati 2: entrambi non basano il proprio business sulla profilazione degli utenti, uno è americano e l'altro è europeo, ed i risultati sono più o meno equivalenti.

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